C’è da preoccuparsi davanti a quel che “dicono” i dati dell’Istat: almeno un italiano su 10 vive in condizioni di estrema povertà.
Il numero di chi vive in povertà assoluta cresce anche tra operai e lavoratori dipendenti. A confermarlo sono i dati dell’Istat, che mostrano come un italiano su 10 vive condizioni estreme di difficoltà economica. La povertà sembra essere diventata cosa comune per l’Italia, dove oggi vivono quasi 6 milioni di persone considerabili totalmente povere, l’equivalente di 2,2 milioni di famiglie.
Si tratta di un record storico rispetto ai dati raccolti dal 2014, anno in cui si è iniziato a rilevare dei dati preoccupanti riguardo il numero crescente dei poveri assoluti. Oggi è possibile asserire che almeno una persona su 10 (10,6%) vive condizioni di povertà e i minori arrivano ad essere 1,29 milioni. Anche in questo caso il Bel Paese raggiunge un triste primato.
La possibilità di essere povero in Italia cresce se si è disoccupati, ma anche se si è operai o lavoratori dipendenti ma appartenenti ad una famiglia numerosa, si è straniero o se si vive nel Sud Italia, sebbene anche nel Nord inizi a crescere il numero di coloro che vivono in povertà. Al contrario, sembra diminuire il tasso di poveri tra i lavoratori autonomi.
L’Istat considera in “povertà relativa” una famiglia di due persone che abbia un’abitudine di spesa pari o al di sotto del limite mensile di 1210,89 euro. Questa soglia cresce a 1973,75 euro per famiglie di quattro persone. Invece, vengono considerati in “povertà assoluta” i single tra 30 e 59 anni che vivono in Lombardia e spendono 1210,10 euro al mese o che vivono in Sicilia e spendono 756,16 euro al mese.
La situazione si fa più grave per gli operai, tra i quali la povertà assoluta è sempre più diffusa. Solo nel 2023 le famiglie in povertà hanno rappresentato il 16,5% del totale, un rialzo notevole considerando il 14,7% del 2022. Anche quelle in povertà relativa sono aumentate di due punti percentuale: da 16,8% nel 2022 a 18,6% nel 2023. Stando a quanto dichiarato dall’Ansa, i dati non dovrebbero stupire, tenendo conto che agosto è stato il diciannovesimo mese di calo consecutivo che ha segnato la produzione industriale. In aggiunta, crescono gli annunci di tagli, chiusure e casse integrazioni.
Al contrario, sembra migliorare la condizione di vita dei lavoratori autonomi. Scende il numero delle famiglie in povertà assoluta dall’8,5% del 2022 al 6,8% del 2023. A preoccupare, invece, è anche il crescente numero di chi vive difficoltà economiche nel Nord Italia: nel Mezzogiorno sono coinvolte 859mila famiglie, mentre diventano 413mila nel Nord-Est. Al Nord, complessivamente, i numeri crescono dal 42,9% del 2022 al 45% del 2023, mentre al Centro si passa dal 15,6% del 2022 al 16,2% del 2023.
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