Assegno di inclusione, nel 2025 cambierà tutto: per i beneficiari del sostegno economico è in arrivo una notizia che non farà certamente piacere…
L’assegno di inclusione (ADI), istituito dal decreto-legge del 4 maggio 2023, è una delle due forme di sussidio che, assieme al Supporto per la formazione e il lavoro, ha sostituito il reddito di cittadinanza promosso dal Movimento Cinque Stelle.
I beneficiari dell’assegno, fino alla fine dell’anno 2024, potranno contare su un supporto economico mensile il cui importo varia a seconda della fascia isee di appartenenza. Quello che i più non sanno, tuttavia, è che le regole di assegnazione dell’ADI stanno per cambiare radicalmente.
Nulla che non fosse previsto dalla normativa originaria, e cioè il decreto n. 48 del maggio 2023 con cui è stato introdotto il sussidio. Vediamo, dunque, cosa cambia per coloro che beneficiano dell’assegno di inclusione, e a partire da quando si riscontreranno le prime modifiche.
Prima di approfondire i cambiamenti che verranno, cerchiamo di chiarire una volta per tutte che cosa sia l’assegno di inclusione, e come viene attribuito.
Parliamo, innanzitutto, di un sussidio che il governo Meloni ha scelto di assegnare a quei nuclei familiari che abbiano un isee pari o inferiore a 9.360 euro, e che abbiano, tra i membri, persone con disabilità, minori o 60enni. L’entità base del sussidio corrisponde a 500 euro al mese, che si innalza a 630 per i nuclei familiari composti esclusivamente da persone che abbiano raggiunto i 77 anni di età.
Il nucleo familiare perde il sussidio, ciò nonostante, nel momento in cui uno dei suoi membri abili al lavoro rifiuti un’offerta lavorativa “congrua”. Per congrua si intende un’offerta a tempo indeterminato in un luogo di lavoro che sia distante meno di 80 chilometri dal luogo di residenza.
Ora che abbiamo compreso come funziona il sussidio, veniamo ai cambiamenti. A partire dal 2025, l’assegno di inclusione subirà delle modifiche già preannunciate nel maggio 2023. Se sei tra i beneficiari del sostegno, è bene che ti prepari a partire da ora.
Dal 2025, l’erogazione dell’assegno di inclusione andrà incontro a una modifica sostanziale. I beneficiari del sussidio, nella fattispecie, incasseranno 11 mensilità e non più 12. La ragione di questa novità è che, tra la prima e la seconda erogazione, è previsto un mese di sospensione.
Una delle caratteristiche della misura introdotta dal governo Meloni, infatti, è che, al termine della prima erogazione – della durata di 18 mesi -, ne sarebbe susseguita una seconda (rinnovo) della durata di 12 mesi. Ciò nonostante, il mese di “sospensione” dell’assegno farà scattare, per tutti i beneficiari, una mensilità in meno per l’anno 2025: 11 mensilità, dunque, e non 12.
Per fare un esempio concreto, laddove tu sia tra i percettori dell’assegno e quest’ultimo fosse in scadenza ad aprile 2025, sarai obbligato ad aspettare un mese prima di presentare la domanda di rinnovo. Pertanto, la successiva rata dell’ADI ti verrà versata a giugno, e non a maggio, con la conseguente perdita di un mese di sussidio.
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