Tre milioni di italiani riceveranno lettere dall’Agenzia delle Entrate e non saranno buone notizie. Si rischia di dover sborsare molti soldi.
La compliance tornerà nel 2025, il Fisco non dà tregua ai contribuenti ed è pronto ad inviare 3 milioni di lettere per svegliarli dal loro torpore e giocare d’anticipo. Capiamo esattamente cosa sta per succedere come chiarito da Il Sole 24 Ore.
Dalla convenzione tra Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle Entrate nascono problemi per i cittadini o meglio per quelli che riceveranno una delle lettere che saranno spedite nel 2025 dal Fisco. Si tratta di comunicazioni che hanno l’obiettivo di agire su più fronti ma per uno stesso scopo, recuperare soldi che i contribuenti non hanno versato.
Saranno coinvolti, ad esempio, coloro che hanno omesso la presentazione delle liquidazioni periodiche IVA in presenza di fatture elettroniche o trasmissioni telematiche. Il Fisco svolgerà verifiche ogni trimestre al fine di capire se il cittadino interessato ha realizzato operazioni attive e se ne ha inviato comunicazione. In caso contrario spedirà una lettera di compliance invitando caldamente il contribute a regolarizzare in fretta la sua posizione direttamente nella dichiarazione. Non finisce qui, i controlli che porteranno all’inoltro delle lettere verteranno anche su altre questioni.
Chi dovrà temere una lettera di compliance del Fisco
Le lettere saranno spedite in caso di omessa o falsa dichiarazione da parte di persone fisiche ma anche in presenza di anomalie nella dichiarazione dei dati Isa. Continuiamo con le anomalie derivanti dal confronto tra pagamenti elettronici ricevuti dai titolari di Partita IVA e le somme certificate o portate in dichiarazione. Per il 2025, poi, è previsto un alert che scatterà in anticipo.
Saranno coinvolte le persone fisiche titolari di redditi da lavoro dipendente e assimilati o di redditi che derivano da locazioni che non hanno inoltrato la dichiarazione dei redditi entro i termini previsti. Queste riceveranno un richiamo che ricorderà loro di mettersi in regola entro 90 giorni dalla scadenza ordinaria. Non sarà la prima applicazione dell’alert ma di un’azione in continuità con il passato.
Le lettere di compliance vengono inviate dal 2015 anche se negli anni il numero di comunicazioni è decisamente aumentato. Da 300 mila di nove anni fa a 3 milioni nel 2025. La stima è di un recupero di 300 milioni nel 2015 e di 4,2 miliardi il prossimo anno. L’Agenzia delle Entrate continuerà, dunque, a spingere gli utenti a mettersi in regola ma senza entrate in netto contrasto con i contribuenti. La segnalazione è un invito quasi informale a corrispondere quanto dovuto pagando le sanzioni ridotte grazie al ravvedimento.
Per l’amministrazione, invece, sarà più semplice concentrate le risorse sulle situazioni fiscali maggiormente a rischio. Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’AdE, ha posto l’accento sull’importanza del patto fiscale dicendo che “è alla base del patto costituzionale proprio perché l’imposizione è un mezzo per realizzare i diritti sociali”. Ha poi continuato rispondendo ad una domanda, come sarebbe una società senza tasse? “Sarebbe una società senza servizi, non in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini”. Gli evasori tradiscono il patto alla base della società e a questo va posto rimedio.