Qualora dovesse capitare un inconveniente con il Bancomat, sappi che potrebbe non essere legato solo ad una truffa subita. Ed in ogni caso la cosa non sarà per nulla piacevole.
Il Bancomat è stato concepito per rendere le operazioni di prelievo, deposito e consultazione di un conto bancario o postale (sono praticamente la stessa cosa, n.d.r.) con immediatezza e velocità. Per cui, qualora dovesse avere luogo un qualche tipo di anomalia in ciò, significa che c’è qualcosa che non va.
L’emergere di un qualche tipo di errore nel corso dell’utilizzo del Bancomat è la chiara spia che è accaduto qualcosa di poco piacevole. E che occorre che tu ti attivi per risolvere l’inconveniente. Le situazioni impreviste con il Bancomat possono essere a loro volta diverse.
Se riguarda il pin errato, poco male. Può capitare di non ricordare la sequenza numerica segreta che solo noi e magari chi con noi vive dobbiamo conoscere. Così come può succedere di saperla perfettamente ma di non averla digitata in maniera corretta.
Però poi ci sono pure altri casi ben più sgradevoli che possono portare al blocco totale del nostro conto. Come ad esempio quella di un pignoramento. In particolare il pignoramento di un conto corrente cointestato è una situazione complessa che merita attenzione, specialmente per il cointestatario che non ha debiti.
Pignoramento del conto corrente, a cosa fare attenzione
Quando un creditore notifica un atto di pignoramento all’istituto bancario, la banca è obbligata a seguire procedure specifiche che possono influire sulla disponibilità delle somme nel conto, oltre che pure sull’uso del bancomat associato.
All’arrivo dell’atto di pignoramento, la banca non procede immediatamente a trasferire le somme al creditore, ma le “congela”. Che cosa significa? Vuol dire che il saldo del conto apparirà ridotto, poiché le somme pignorate non saranno più visibili nel saldo disponibile.
Per il cointestatario non debitore tutto ciò può essere confuso. Sulle prima non riuscirà a spiegarsi perché il conto abbia subito una diminuzione e magari lui potrebbe pensare di avere subito una truffa. Se il pignoramento riguarda crediti privati, sarà poi il giudice a decidere in merito alla distribuzione delle somme. Nel caso di riscossione esattoriale, la banca deve accreditare le somme entro 60 giorni dalla notifica, a meno che il debito non venga estinto prima.
Anche se il conto è pignorato poi, il cointestatario non debitore può continuare a utilizzare la propria carta per prelevare fondi, ma solo se il saldo disponibile supera l’importo pignorato. Ad esempio, se ci sono 5.000 euro nel conto e il pignoramento è di 3.000 euro, il cointestatario potrà prelevare fino a 2.000 euro. Cosa possibile perché il pignoramento riguarda esclusivamente le somme dovute dal debitore e non il bancomat in sé, che rimane operativo entro i limiti del saldo disponibile.
Cointestazione e responsabilità
La cointestazione di un conto attribuisce ai titolari diritti e doveri solidali. Questa presunzione può essere contestata se uno dei cointestatari riesce a dimostrare che il conto è alimentato esclusivamente dai propri redditi. In tal caso, potrebbe essere necessario fornire prove documentali che attestino la provenienza delle somme depositate. Per dire, se il cointestatario non debitore può dimostrare che il conto è interamente di sua proprietà, avrà diritto a richiedere lo svincolo delle somme pignorate.
Il cointestatario non debitore ha diverse opzioni per tutelare i propri diritti. Può presentare un ricorso al giudice dell’esecuzione per opporsi al pignoramento, sostenendo di essere proprietario del 50% delle somme nel conto e chiedendo il loro svincolo. E qui parliamo di una procedura fondamentale, poiché il creditore può pignorare solo la quota spettante al debitore e non quella del cointestatario che non ha debiti.
Se non viene presentata opposizione, il cointestatario ha comunque la possibilità di agire contro il creditore per recuperare le somme eventualmente incassate. La legge tutela il cointestatario non debitore, permettendo di contestare l’assegnazione delle somme che non gli appartengono.