Con i primi freddi arriva anche il canone da pagare per l’accensione del riscaldamento: vediamo insieme i dettagli
Siamo arrivati alle porte dell‘autunno e i primi freddi si sono affacciati nelle vite degli italiani. Manca poco all’accensione prevista in molte regioni italiane del riscaldamento. Questo momento che arriva puntualmente ogni anno si diversifica a seconda della regione in cui si vive con date e orari ad hoc, specifici per ogni situazione che cambia rispetto al grado di freddo registrato.
Al nord ovviamente le accensioni si effettueranno prima, intorno a metà ottobre, mentre via via che si scende al sud e le temperature registrate sono in media più alte, le accensioni vengono procrastinate più in là nell’agenda delle amministrazioni locali. La fatidica accensione dei caloriferi che comporta il riscaldamento degli ambienti per combattere il freddo invernale ha ovviamente le relative spese da affrontare.
L’accensione dei termosifoni è regolata di regione in regione e segue uno scadenziario specifico basato sulle zone di riferimento in cui l’Italia è suddivisa. Ad esclusione delle zone alpine e prealpine che non hanno nessun limite di date e di orario, tutto il resto della penisola italica deve sottostare a precise date in cui è consentito accendere i riscaldamenti.
La metà di ottobre per Milano e dintorni, 1 novembre per Roma e zone limitrofe, 15 novembre per Napoli e 1 dicembre per Palermo e il resto del sud Italia, isole comprese. In linea di massima questa è la tabella che regola le date di accensione dei caloriferi nelle case italiane, demandando poi le ore di accensione consentite ai singoli comuni di riferimento.
Tra le voci delle spese relative al mantenimento di un’abitazione quelle relative al riscaldamento sono in genere le più onerose. Si può considerare un vero e proprio canone annuale da pagare puntualmente all’inizio, durante e alla fine della stagione invernale. La quota del riscaldamento è composta da una parte fissa stabilita intorno al 30% della cifra uguale per tutti i condomini e di una quota variabile calcolata in base al consumo effettivo individuale del restante 70%.
All’interno di ogni unità abitativa infatti per legge sono installate su ogni termosifone le valvole per regolare i singoli caloriferi e la temperatura desiderata. Si può quindi decidere per ogni ambiente la temperatura adatta e il tempo di accensione, diversificando in funzione delle proprie esigenze. In questo modo è possibile gestire in autonomia i consumi, andando a risparmiare a seconda dell’utilizzo consapevole del riscaldamento.
Da tenere in forte considerazione anche la quota green, vale a dire cercare di impattare il meno possibile sull‘inquinamento conseguente alle inevitabili emissioni di CO2 nell’atmosfera. Il contenimento dei consumi segue anche il senso civico che ognuno di noi può decidere di avere, tenendo sotto controllo anche le temperature degli ambienti domestici che devono rimanere al massimo intorno ai 20 gradi centigradi.
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