Nei supermercati possiamo trovare carne scaduta rimessa in vendita come se niente fosse? A molti sembrerebbe impossibile, invece è quello che accade spesso.
Ognuno di noi può avere gusti culinari differenti, a seconda di questi può scegliere di acquistare un alimento rispetto a un altro, ma in ogni caso si parte comunque dal presupposto che tutto quello che si trova in vendita nei supermercati sia buono e di qualità. Quello che a noi può sembrare ovvio, però, potrebbe non esserlo nella realtà, anzi si tratta di una situazione davvero spiacevole a cui si può andare incontro e che è più diffusa di quanto si possa pensare. Sono diverse, infatti, le segnalazioni relative a carne scaduta (e non solo) che si può trovare sugli scaffali, quindi facilmente comprabile da tutti, pur senza sapere a cosa si può andare incontro.
Un quadro simile è sconcertante, visto che dà l’idea di un vero e proprio imbroglio ai danni dei consumatori, che potrebbero rendersi conto solo a casa di una qualità non eccezionale. Non solo, c’è anche il rischio concreto, come è facile immaginare, di andare incontro a malori anche piuttosto gravi, di cui ci si può rendere conto solo successivamente. È quindi fondamentale per tutti i consumatori sapere se sia possibile fare qualcosa di concreto per potersi difendere da questo scenario preoccupante.
Come riconoscere la carne scaduta in vendita nei supermercati
Sapere che in molti supermercati si possa trovare cibo ormai andato a male, ma disponibile come se niente fosse è grave. In questo modo, infatti, si spendono dei soldi (e spesso nemmeno pochi) con il rischio che si possa stare male e avere conseguenze poco piacevoli. Il problema, che è più diffuso di quanto si possa pensare, riguarda la carne scaduta, sia per quanto riguarda quella da cucinare, ma anche quella presente in polpette e polpettoni, oltre che nelle lasagne pronte. Non è però finita qui, si tratta infatti di un fenomeno ben più vasto che può verificarsi anche con il pesce o l’insalata di riso, giusto per fare qualche esempio, a dimostrazione di come la pratica venga portata avanti ininterrottamente.
A metterlo in evidenza è stata la trasmissione “Le Iene”, che ha realizzato più servizi sul tema, uno degli ultimi ha un titolo davvero emblematico, che non può che farci riflettere, ovvero “Supermercati che riciclano merce scaduta“, come sottolineato anche da alcuni dipendenti che hanno scelto di parlarne, pur senza uscire del tutto allo scoperto. Alcune delle persone che hanno provato a segnalare la situazione ai vertici sono state infatti oggetto di minacce o prospettive di licenziamento, così da spingerli a tacere. Non può quindi che essere necessario sapere se i consumatori abbiano modo di difendersi e provare a riconoscere eventuali “segnali” che possono permettere di capire la reale natura di quello che finisce nel carrello.
In realtà, non è impossibile farlo, c’è un aspetto che può essere identificativo anche se non tutti ci fanno caso. Il riferimento è alla presenza di un asterisco collocato a fianco del codice a barre, strumento a cui solitamente facciamo poco caso perché pensiamo sia riservato esclusivamente alla cassiera.
La procedura si applica anche all’anguria d’estate, ma soprattutto al pesce, prezzato più volte, fino a che non appare chiaro sia impossibile da rivendere perché dà cattivo odore. Se possibile, sarebbe bene quindi rivolgersi ad alcune realtà di fiducia e conosciute da tempo per i propri acquisti, così che i rischi possano essere più bassi.