Comprare vestiti vintage può essere davvero vantaggioso a livello economico. Questi, però, potrebbero causare danni alla salute: i motivi
Ad oggi numerose persone, anche nell’acquisto dei vestiti puntano al risparmio. Acquistare capi di buona qualità ad un prezzo basso, può essere davvero vantaggioso. Sempre più persone quindi utilizzano app per acquistare capi usati, oppure si reca presso store vintage. Questo permette non solo di risparmiare, ma anche di riciclare, quindi di dare un’attenzione maggiore all’ambiente.
Il cosiddetto second hand sta conquistando migliaia di persone, anche perché si tende a dare una seconda vita agli oggetti e ai capi di abbigliamento. Gli esperti, però, stanno lanciando segnali di allarme riguardo i vestiti vintage, quindi usati. Malgrado si tratta di acquisti convenienti, il rischio è dietro l’angolo. L’acquisto dell’usato è sostenibile ed economico, ma cosa comporta? Scopriamolo!
Acquisto vestiti usati: cosa si cela dietro questi tessuti
Sempre più persone acquistano capi d’abbigliamento usati, scarpe, borse o anche oggetti per la casa come poltrone e cuscini. Comprarli può sembrare una scelta vantaggiosa sia per il portafoglio che per l’ambiente. Infatti, questa pratica permette di fare economia, riciclare e salvaguardare l’ambiente. Tuttavia, dietro questo risparmio e apparente beneficio ambientale, si nasconde un rischio che non tutti considerano. Infatti, se non trattati correttamente, gli oggetti usati, in particolare i vestiti, possono diventare ricettacoli di batteri e germi, rappresentando un rischio per la salute.
Gli esperti avvertono che i vestiti di seconda mano, così come altri oggetti, possono ospitare batteri patogeni molto pericolosi. Ad esempio, Escherichia coli, un batterio che può causare gravi infezioni intestinali. Non solo, anche Staphylococcus aureus, che è responsabile di infezioni cutanee anche molto serie, tra cui piaghe e ascessi. Non solo batteri: anche funghi come quelli che causano il piede d’atleta o la tigna possono proliferare nei tessuti. Soprattutto quando questi sono stati conservati in ambienti umidi e scarsamente ventilati, che favoriscono la crescita di questi agenti patogeni.
Questi pericoli non sono sempre evidenti ad occhio nudo, poiché i batteri e i funghi che si annidano nei capi di abbigliamento usati non sempre lasciano tracce visibili. Inoltre, il rischio aumenta se i vestiti sono stati conservati in ambienti non igienizzati o in condizioni di scarsa pulizia, come magazzini o depositi non adeguatamente trattati.
Come difendersi, allora? La risposta è semplice: lavare sempre i vestiti prima di indossarli. Non basta un normale lavaggio in lavatrice, in quanto alcuni batteri e funghi potrebbero resistere alle basse temperature. Gli esperti consigliano di lavare i vestiti a una temperatura di almeno 60°C, poiché questa temperatura è in grado di eliminare efficacemente la maggior parte dei patogeni presenti nei tessuti. Inoltre, l’uso di detergenti specifici, che abbiano proprietà antibatteriche e antifungine, è una buona prassi. In alcuni casi, può essere utile anche aggiungere un disinfettante per tessuti o un sbiancante alternativo alla candeggina, soprattutto per capi delicati o di provenienza incerta.