L’amara vicenda di un contadino che è morto dopo aver bevuto una bottiglia di Porto recapitata da un anonimo.
Cercare disperatamente la verità, mostrandosi disposti anche a ricompensare lautamente chiunque sappia dare informazioni utili nel risolvere un mistero che va avanti ormai da ormai tre anni. Quasi una missione di vita quella che porta avanti da tempo il figlio di un contadino, che non riesce a darsi pace per quello che è successo a suo papà tra novembre e dicembre 2021.
L’uomo, un 67enne originario della Nuova Zelanda, viveva in uno sperduto villaggio, dove un giorno si è visto recapitare via posta due bottiglie di Porto. L’inaspettato regalo, trovato nella cassetta delle lettere, per quel contadino sarà sembrato manna caduta dal cielo e così, senza nemmeno troppi tentennamenti, ha bevuto la prima bottiglia di Porto, per poi stappare la seconda a distanza di qualche giorno.
Cosa è successo al contadino dopo aver bevuto la seconda bottiglia di Porto
Ma purtroppo l’uomo, che viveva nel Northland, a sud di Kaitāia, si è sentito male mentre beveva la seconda bottiglia di Porto, tanto da essere stato costretto a chiamare aiuto. Il contadino 67enne è stato subito portato all’ospedale di Whangarei e poi trasferito al reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Auckland, dove gli è stata diagnosticata una insufficienza renale ed è morto il 9 dicembre 2021.
Parlando alla polizia prima di perdere conoscenza, il contadino è riuscito a spiegare di aver notato che il sigillo sulla seconda bottiglia di Porto era rotto e che c’era “una leggera differenza nel gusto”, ma in quel momento di non averci fatto troppo caso. Le forze dell’ordine si sono fatte dire se fossero rimasti residui di Porto nella bottiglia e l’uomo ha risposto affermativamente e che quel che restava era ancora a casa sua.
La sconcertante scoperta e la taglia messa dal figlio del contadino
Quando le forze dell’ordine hanno predisposto gli accertamenti del caso, hanno scoperto qualcosa di davvero terribile e sconcertante: nel Porto sono state rilevate tracce di paraquat, un potente fitofarmaco diserbante che ha forza disseccante. In sostanza si tratta di un erbicida che è estremamente velenoso per l’uomo, nel momento in cui viene assunto: non poteva essere casualmente finito nella bottiglia sequestrata.
Tre anni dopo, la famiglia del contadino non ha perso la speranza di catturare il responsabile della sua morte. Suo figlio in particolare offre una ricompensa di 50.000 dollari neozelandesi, vale a dire 30mila euro, a chiunque sia in grado di dare informazioni sulla morte del suo papà. Una morte che è sopraggiunta terribile, come è stato possibile ricostruire.
L’agonia del contadino avvelenato con una bottiglia di Porto
Il contadino è sopravvissuto per due settimane dopo l’avvelenamento, rimanendo cosciente per alcuni giorni e prendendo precauzioni per conservare la bottiglia avvelenata come prova di quanto gli era accaduto: un paio di giorni dopo essersi sentito male, le sue condizioni si sono aggravate ed è andata sempre peggio, fino a quando non è sopraggiunto il decesso.
La sua famiglia sospetta che l’autore dell’avvelenamento sia una persona loro nota, dato che l’avvelenatore conosceva la passione del contadino per il Porto. Per un amico della vittima, quanto avvenuto sarebbe stato un crimine subdolo e ben pianificato, con l’intento chiaro di uccidere. L’episodio è molto popolare in Nuova Zelanda, tanto che l’esistenza della ricompensa è stata al centro di un notiziario radiofonico.