Controlli e sanzioni per chi non ha provveduto a pagare per tempo le rate previste per i tributi locali: i dettagli
Tempo di tasse e quindi di lacrime e sangue per i contribuenti italiani. Novembre e dicembre sono da tempo mesi non graditi ai cittadini poiché contemplano scadenze fiscali che alleggeriscono e di molto le tasche degli italiani. Naturalmente oltre all’Irpef si aggiungono le tasse relativi ai tributi locali che si differenziano a seconda del Comune di residenza.
Con le numerose scadenze a cui stare attenti è bene controllare se si sono versati effettivamente gli acconti e i saldi dovuti per tempo per evitare di incorrere nelle famigerate sanzioni che possono ulteriormente appesantire gli esborsi, senza contare gli interessi calcolati sul ritardo nei pagamenti. Questo vale per tutti i tributi anche quelli a livello locale come la Tari, la tassa sullo smaltimento dei rifiuti.
La TARI, altrimenti conosciuta come la tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani, è in scadenza di pagamento se abbiamo deciso di rateizzarla sia se la paghiamo in una rata unica. La tassa serve a coprire le spese che sostengono le amministrazioni comunali per il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti e viene attribuita a chiunque detenga un immobile a prescindere dall’uso che ne fa. Questo significa che la tassa è dovuta anche per le seconde case a anche se non sono abitate in modo continuato.
Essendo una tassa comunale le scadenze di pagamento vengono stabilite dai singoli comuni e quindi differiscono tra loro. Anche le modalità sono decise dalle singole amministrazioni locali ma in genere è possibile scegliere tra il pagamento in un’unica soluzione oppure dividere l’importo dovuto in due o tre rate. E’ compito dell’amministrazione far pervenire a ciascun contribuente i bollettini premarcati per ottemperare al pagamento con indicate le diverse modalità e le scadenze.
Nel caso di ritardato pagamento della TARI vengono calcolate le sanzioni e gli interessi calcolati al tasso legale vigente, in riferimento ai giorni di ritardo ed è possibile, in quel caso, avvalersi dello strumento del ravvedimento operoso che determina un alleggerimento delle sanzioni previste dalla legge.
La novità introdotta con il Decreto Sanzioni 2024 è l’abbassamento dell’aliquota percentuale delle sanzioni per i mancati pagamenti che passa dal 30% dell’imposta al 25% e quindi anche per i versamenti effettuati in ritardo entro i novanta giorni si riduce l’aliquota della sanzione al 12,5%. Inoltre vengono modificati anche i termini del ravvedimento operoso per cui per i ritardi di pagamento fino ai 14 giorni l’importo viene ridotto a 1/15 per ciascun giorno di ritardo.
Occorre ricordare infine che il mancato pagamento dell’imposta comunale dovuta conferisce al comune la possibilità di chiedere l’esecuzione forzata del pagamento facendo quindi disporre il pignoramento dei beni del debitore.
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