“Da me dovete spendere oppure state a casa”, lo chef non usa mezzi termini con la clientela

Lo chef non usa mezzi termini e questo ha fatto scoppiare la polemica, ecco che cosa ha detto e che cosa rischia.

Gli chef sono maestri della cucina e, a volte, capita di trovare delle personalità che spiccano più di altre. In questi giorni sta facendo molto discutere il comportamento di uno di loro che ha fatto delle dichiarazioni molto forti nei confronti della sua ipotetica clientela. Qui di seguito vedremo che cosa ha detto e quali sono state le reazioni alle sue parole.

Chef con cucchiaio di legno in mano
Chef (Ketumbar.it)

L’affermazione che ha fatto parecchio indignare è questa: “Non voglio persone che vanno al risparmio“. Insomma, ha invitato i clienti del suo locale a spendere soldi e a ordinare come si deve al tavolo, altrimenti ha suggerito caldamente di rimanere a casa. Di questi tempi, dichiarazioni del genere possono sollevare un polverone ed è esattamente quello che è accaduto.

Lo chef non ha peli sulla lingua: “Non voglio clienti che vogliono risparmiare”

Stiamo parlando di Hugh Corcoran, uno chef inglese tanto abile in cucina quanto discusso e criticato sui social. Lui ha un locale a Londra che si chiama The Yellow Bittern (in italiano sarebbe “Il Tarabuso Giallo”). Si tratta di un locale esclusivo con solamente 18 posti. Recentemente su Instagram, lo chef si è lasciato andare ad una serie di dichiarazioni che hanno diviso il pubblico. Entriamo nei dettagli.

Hugh Corcoran al telefono
Hugh Corcoran (da Instagram-@hugh_corcoran)

The Independent ha riportato le dichiarazioni di Corcoran fatte su Instagram. Lui, in pratica, ha voluto far sapere ai suoi eventuali clienti che non vuole chi risparmia. I clienti, secondo il suo modo di vedere, devono “giustificare la loro presenza” a tavola e, quindi, devono ordinare generosamente.

Non vuole che le persone ordinino della semplice acqua, ad esempio, come non gradisce che due persone condividano un piatto. Se questo dovesse avvenire, almeno si dovrebbero ordinare più bevande alcoliche, sempre secondo la sua visione. E per chi non beve alcol? Allora dovrebbe ordinare più piatti per compensare.

Il suo locale è un po’ particolare. Ad esempio, non c’è una lista dei vini, ma la bottiglia la sceglie lui stesso per i clienti. Inoltre, ci sono due fasce orarie per il pranzo (alle 12 e alle 14), solo due portate principali, non ci sono scelte vegetariane e alla cassa accettano solo pagamenti in contanti.

La polemica

Lui dice che non è una questione di “arricchirsi”, ma una questione di “buona convivialità“. Va da sé che queste dichiarazioni hanno diviso il pubblico. Da una parte c’è chi apprezza la sua schiettezza e il suo distinguersi dagli altri. Dall’altra, però, c’è chi non sopporta il suo voler far spendere tanti soldi alle persone. Praticamente predica l’inclusività e la convivialità, ma poi è lui stesso a escludere.

Pensiamo a chi non beve alcol, a chi è vegetariano e a chi non ha tante risorse economiche da potersi permettere chissà quali cifre per un pranzo. Insomma, questo tipo di comportamento ha scatenato davvero un bel polverone. Voi che cosa ne pensate?

 

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