Addio brutte sorprese: da una certa data in poi il Fisco perde il diritto di contestare la tua dichiarazione dei redditi. Ecco quando, come e perché.
Se c’è una cosa che inquieta molti contribuenti – se non tutti – è l’idea che, anni dopo aver presentato una dichiarazione dei redditi, il Fisco possa bussare alla porta con una contestazione. Con tutte le conseguenze del caso in termini di carte da controllare, documenti da presentare, eventuali sanzioni da pagare. Ma su questo fronte c’è finalmente una buona notizia.
A partire dal 2025, in molti casi, i contribuenti italiani saranno “al sicuro”. In che senso? A breve infatti scadranno i cosiddetti termini di accertamento fiscale, vale a dire i limiti temporali entro cui l’Agenzia delle Entrate ha facoltà di esercitare il proprio potere di controllo. Vediamo nel dettaglio tutto quel che c’è da sapere al riguardo.
Per comprendere meglio il meccanismo di cui stiamo parlando, partiamo da una regola di base: il termine ordinario per l’accertamento è di cinque anni dal momento in cui viene presentata la dichiarazione dei redditi. Ad esempio, per il periodo d’imposta 2018 (dichiarazione presentata nel 2019), il Fisco può fare verifiche fino al 31 dicembre 2024. Dopodiché, ogni eventuale irregolarità diventa irrilevante, e il contribuente può considerarsi al riparo da eventuali contestazioni.
Ma attenzione: ci sono delle eccezioni! Se non si è presentata la dichiarazione, i termini si allungano a sette anni. E negli ultimi anni, la proroga di 84 giorni introdotta durante la pandemia ha ulteriormente esteso alcune scadenze. Tuttavia, al netto di queste proroghe, il 2025 sarà un anno cruciale: molte annualità finiranno definitivamente nel “dimenticatoio”, e il Fisco perderà ogni diritto di contestazione.
Dal 26 marzo 2025, per esempio, si chiuderanno i termini di accertamento per il periodo d’imposta 2018, compresa la proroga Covid. Anche in caso di omessa dichiarazione, questa data rappresenta un limite oltre il quale il Fisco non potrà più intervenire. Lo stesso varrà progressivamente per altre annualità negli anni successivi. Queste scadenze non sono solo un sollievo per i contribuenti, ma segnano anche il momento in cui sarà finalmente possibile cestinare tutta la documentazione relativa a quegli anni: scontrini, fatture e ricevute non saranno più necessari. Per non avere brutte sorprese, però, è fondamentale essere in regola con le dichiarazioni e conservare accuratamente la documentazione fino all’esatta scadenza dei termini di accertamento.
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