A quanto deve ammontare il nostro conto in banca affinché gli istituti di credito ci considerino e di conseguenza trattino come clienti ricchi?
Ci sono diversi modi per sentirsi ricco, ma nell’accezione più comune e materiale del termine l’esserlo corrisponde a possedere una cospicua quantità di denaro. Come si fa a capire quando si supera il limite del benessere economico e si entra in una fascia più elevata, quella della ricchezza?
I criteri possono variare in base a chi considera questi elementi. Probabilmente per il Fisco si può essere considerati ricchi anche quando non si possiedono milioni depositati in banca (la valutazione della ricchezza si basa anche sui possedimenti), mentre per gli istituti di credito esiste una soglia che bisogna superare che è decisamente elevata per i comuni mortali, ma che comunque non è tanto alta quanto ci si potrebbe aspettare.
Superata la soglia d’interesse per la banca, iniziano una serie di servizi personalizzati che consentono di gestire meglio le proprie finanze, ma anche di pianificare con maggiore accuratezza eventuali investimenti e suddivisioni di cifre in feature, azioni e fondi di investimento per fare crescere la somma a disposizione.
A spiegare come funziona il sistema di classificazione delle banche ci ha pensato il noto giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung. Stando a quanto riferito dalla nota e importante testata teutonica, le banche dividono i clienti ricchi in tre differenti categorie, vediamo quali.
La prima soglia che consente di avere un trattamento di riguardo viene chiamata “Affluents” e comprende tutti quei correntisti che hanno depositato una cifra compresa tra i 100mila ed il milione di euro. La soglia successiva riguarda gli “High-Net-Worth-Individuals”, ovvero quelli che hanno depositato o potrebbero depositare somme superiori al milione di euro.
C’è infine la soglia dei super ricchi, o “Ultra-High-Net-Worth-Individuals” che riguarda però solo quei clienti che hanno superato la non semplice soglia dei 30 milioni di euro. Come detto però i vantaggi cominciano già per gli “Affluents” ed è anche normale che sia così, dato che sono poche le persone che possono contare su disponibilità economiche che superano il milione di euro.
Per avere un’idea chiara di questo basta guardare gli ultimi dati di Banca d’Italia sui risparmi degli italiani. In totale i cittadini italiani hanno depositato in banca 1.262 miliardi e 207 milioni di euro. La stragrande maggioranza dei conti consiste in un deposito inferiore ai 12.500 euro (il 77,1%), il 15,3% dei correntisti detiene invece una somma compresa tra i 12.500 e i 50.000 euro.
La percentuale si abbassa ulteriormente per quei conti compresi tra i 50.000 e i 250.000 euro (il 6,9%), e scende in maniera repentina per i conti più consistenti: solo lo 0,4% possiede conti in banca di cifre superiori ai 250mila e solo lo 0,2% addirittura superiori a 500mila euro.
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