Arriva la conferma, i televisori ci spiano e registrano ciò che vediamo rendendolo, poi, pubblico. Una notizia che sconvolge.
C’è chi dirà “l’avevo detto”, chi non vorrà crederci e chi rimarrà stupefatto dalla notizie sull’ulteriore violazione della nostra privacy. Siamo solo burattini e strumenti di marketing, questa sembra sempre più l’inquietante verità.
Privacy, questa parola sta diventando una buffonata. Nessuno ha più la propria privacy intesa in senso lato, siamo tutti sotto controllo e perfino i nostri pensieri possono essere resi noti. Quando cerchiamo un’informazione sul web, quando scegliamo cosa vedere in TV, quando inviano una foto tramite WhatsApp potremmo anche avere l’illusione che siano questioni personali ma in realtà non è così. I dati viaggiano, vengono raccolti e utilizzati per capire cosa piace e su cosa puntare per catturare l’attenzione. Sapete qual è la cosa brutta? Che lo sappiamo, sappiamo di mettere la nostra vita in piazza e non ce ne curiamo.
Potremmo anche far finta di non sapere, di rimanere basiti quando ci dicono che la televisione ci spia ma perché non lo immaginavamo dopo aver avuto la certezza che lo smartphone ci ascolta? Sul nostro volto appare una smorfia di disgusto, uno sguardo spaventato e arrabbiato ma quanto può durare? Pochi secondi, poi, si torna a scrollare i social o a fare una ricerca sul web. Questa è ormai la nostra vita, inutile negarlo e credere che la privacy esista ancora.
Televisori come spie, gli italiani sono consci della violazione della privacy?
Sui social l’allerta di Marco Camisani Calzolari, i nostri apparecchi televisivi si comportano come spie. Scattano migliaia di screenshot raccogliendo informazioni sulle serie tv preferite, i programmi seguiti, i film visti ma non solo. Spiano qualsiasi cosa si trasmette in tv, pure video personali della famiglia o foto e lo inviano ai produttori. L’University College of London ha svolto una ricerca e i risultati sono questi, gli apparecchi televisivi ci spiano e lo fanno in casa nostra.
Non si parla di complotti ma dello studio dell’ottava università al mondo che ha provato come gli apparecchi scattano foto. Cosa provate davanti a questa notizia che poco sta circolando in Italia? Siete sconvolti, amareggiati o spaventati? Probabilmente c’è più sconcerto davanti al fatto che un’informazione come questa venga insabbiata il più possibile che dal risultato stesso della ricerca.
Ormai siamo abituati alla violazione della privacy, possiamo anche firmare tutti i fogli della privacy che vogliamo ma sappiamo che social, web e quant’altro vendono informazioni su di noi. Ora siamo consapevoli che a spiarci è anche la televisione. Per questo motivo smetteremo di guardare le serie tv preferite? Certo che no (giustamente), siamo dipendenti da tutto questo e viviamo nella convinzione che se tanto non sarà così che prenderanno informazioni su di noi lo farebbero in altro modo.
Forse potremmo evitare di associare telecamere e smartphone al televisore e non usare l’apparecchio per vedere le foto e video personali ma ne vale veramente la pena se poi spiattelliamo ogni attimo della giornata sui social? Sono le priorità a dover essere riviste e le abitudini di ognuno di noi. E per quanto riguarda la diffusione di notizie come questa relativa alle spie in casa se forse le persone iniziassero a volerle ascoltare e conoscere la verità invece che vivere di gossip forse aumenterebbe la diffusione.