La variante australiana preoccupa: i sintomi non sono leggeri e rischiamo di avere ospedali in tilt proprio nel periodo natalizio quando i medici sono molti meno. Vediamo quando si registrerà il picco.
I medici sono già preoccupatissimi: il picco della nuova influenza australiana è sempre più vicino e questo rischia di mandare in tilt gli ospedali. Un incubo che non vorremmo davvero rivivere, soprattutto a distanza di appena due anni dalla fine della pandemia di Covid.
Qualche settimana fa all’ospedale San Martino di Genova si verificò un caso molto grave: un uomo colpito da influenza australiana addirittura non riconosceva più la moglie. Questo nuovo virus, pertanto, potrebbe anche colpire la mente oltreché il fisico. Per fortuna si è trattato di un caso isolato.
Nella maggior parte delle situazioni, infatti, questa variante si presenta con i sintomi tipici dei virus influenzali: febbre alta, tosse secca e mal di gola. Solitamente passa tutto nel giro di tre o quattro giorni, una settimana al massimo. Non si escludono, però, possibili complicazioni che possono rendere necessario un ricovero come polmoniti, bronchiti, infezioni dell’orecchio e, nei casi più gravi, persino meningiti ed encefaliti.
Nei più piccoli questa nuova influenza genera, soprattutto, disturbi gastro-intestinali quali vomito, nausea e diarrea con febbre anche fino a 41. Per il momento, comunque, ci sono stati solo episodi sporadici. Ma quando avremo il picco? Il nostro timore è di passare Natale e Capodanno a letto. A rispondere è stato il virologo milanese Fabrizio Pregliasco.
Influenza australiana, teniamoci pronti: il picco è molto vicino
Sarà un Natale in famiglia o sarà un Natale a letto con febbre e nausea? Il peggior incubo di tutti noi è proprio questo: trascorrere a letto ammalati le feste natalizie mentre i nostri familiari banchettano con ogni sorta di prelibatezza. Dunque meglio sapere prima cosa ci aspetta e quando arriverà il picco dell’influenza australiana.
Per il momento l’influenza australiana che tanto sta preoccupando tutto il Paese è stata “clemente” e i casi registrati sono stati pochi. Il dottor Fabrizio Pregliasco – che abbiamo imparato a conoscere durante la pandemia di Covid – non è ottimista e teme che il peggio ci aspetti al varco proprio durante le feste di Natale quando gli incontri in ambienti chiusi con tanto di baci e abbracci si moltiplicano e, dunque, si moltiplicano anche le occasioni per il virus di trasmettersi.
L’esperto, infatti, ha sottolineato: “La differenza potrebbero farla le feste di Natale e Capodanno, il combinato viaggi-baci-abbracci. Siamo comunque in una fase di crescita e quindi per le prossime settimane dovremmo aspettarci almeno 100mila casi in più. Anche se i valori ufficiali registrati durante le feste sono sempre un po’ sottostimati, perché con la pausa natalizia diminuiscono i medici che riportano i dati”.
Stando alle previsioni del medico, comunque, il picco vero e proprio dovrebbe registrarsi a gennaio con la riapertura delle scuole. A quel punto potrebbero contarsi anche 15 milioni di casi. E questa influenza potrebbe mostrarsi molto più aggressiva di quelle degli anni passati stando a quanto si è verificato nell’emisfero australe.