Leo Gassman da qualche anno soffre di ansia sociale dovuto soprattutto al peso dell’importanza della famiglia: ecco come l’ha superata
Un artista che non si ferma mai, Leo Gassmann, diviso tra il cinema e la musica. Nonostante i suoi impegni professionali, trova sempre il tempo per qualche viaggio. Per lui è infatti fondamentale per ricaricare le energie e stimolare la creatività. L’ultima destinazione che ha visitato è stata Manchester, una città che lui definisce affascinante. Leo ama viaggiare da solo, una scelta che considera importante per la sua crescita personale. In questo modo riesce a socializzare con gli altri in modo più sincero.
Questa passione per il viaggio e l’introspezione è lontana dalla personalità di Otto. Si tratta di un personaggio che Leo interpreterà nel suo prossimo film, Una terapia di gruppo. In questa pellicola diretta da Paolo Costella, Otto è un ragazzo dipendente dal suo smartphone. Il film racconta la storia di cinque pazienti che, in attesa del loro psicoterapeuta, decidono di improvvisare una terapia di gruppo per affrontare insieme le loro difficoltà. Un contesto molto diverso dal modo in cui Leo vive la propria realtà.
Gassmann ha superato la sua ansia sociale grazie a Otto: ecco in che modo
Leo Gassmann ha rivelato che interpretare il personaggio di Otto, nel film Una terapia di gruppo, lo ha aiutato a scoprire un aspetto di sé che di solito tiene nascosto: la sua ansia sociale. Anche se Leo si considera una persona timida, ha aggiunto che la musica e, successivamente, il cinema lo hanno spinto a esplorare e manifestare un lato più estroverso. Secondo lui, l’ansia sociale è emersa soprattutto durante la pandemia, quando ha raggiunto l’età adulta.
Ha confessato che, ancora oggi, situazioni come le folle in piazza gli generano ansia e difficoltà nell’iniziare conversazioni, temendo sempre di dire qualcosa di sbagliato. Tuttavia, la musica lo ha aiutato a gestire questa parte di sé, insegnandogli a vivere la vita come un gioco, senza paura del giudizio degli altri.Riguardo alla terapia, Leo ha raccontato di aver sempre desiderato andare da un analista, anche se non è mai riuscito a trovare il tempo. Ha sottolineato che, al momento, la sua “terapia” è la musica e il lavoro sul set, ma è qualcosa che vuole esplorare in futuro. Non ha dubbi sul fatto che la terapia faccia bene a tutti, anche a chi pensa di non averne bisogno.
Per Leo, l’arte è una forma di terapia. Quando fa musica, scrive o si esibisce, si crea uno spazio di riflessione che gli consente di esplorare e rispondere a domande profonde su se stesso. Questo processo lo porta a scoprire e a fare pace con le proprie paure e insicurezze. Anche se ha 25 anni, Leo non si sente completamente adulto. Ha ammesso che, pur essendo consapevole della sua età, conserva ancora un lato bambino che lo aiuta a emozionarsi e a gioire delle piccole cose della vita. Non è spaventato dall’idea di crescere, ma ha riconosciuto che la vita è breve e che cerca di viverla al massimo.
In merito alla pressione sociale che impone determinati tempi per il matrimonio e la genitorialità, Leo ha osservato che ognuno ha il diritto di vivere la propria vita come vuole, senza farsi fermare dalla paura del giudizio. A proposito della sua visione sul futuro e sull’idea di avere figli, Leo ha espresso le sue opinioni. Per via di problemi seri, come il cambiamento climatico, ad oggi non sarebbe facile crescere un figlio.
Infine, ha parlato dell’amore come forza fondamentale nella sua vita. Ha dichiarato che è presente in ogni aspetto della sua quotidianità, nelle sue relazioni e nelle sue passioni. Oggi, si sente innamorato della sua famiglia, dei suoi amici e della vita stessa.