Se acquisti una bottiglia di olio nuovo, attenzione a come lo usi: non commettere questo errore, altrimenti rischi sorprese inaspettate
Ottobre è il mese dell’olio per antonomasia. Gli olivicoltori, infatti, si adoperano per raccogliere le olive e per trarne l’iconico succo che arriva sulle tavole degli italiani nelle versioni più disparate.
C’è chi produce olio extravergine di oliva in purezza. Che, specie se appena prodotto, si caratterizza per una colorazione verde sgargiante che, spesso e volentieri, ha ben poco a che vedere con gli oli che troviamo in vendita nei supermercati.
C’è anche chi si adopera per produrre oli aromatizzati, sbizzarrendosi. Che si tratti di oli al peperoncino o all’aglio, la regola parrebbe essere sempre una: a prescindere da come lo si prepari, l’importante è che la materia prima sia ottima.
A proposito di olio nuovo, che sarebbe ideale da impiegare in tutte quelle ricette che si basano sulla frittura, devi sapere questo: fai molta attenzione a come lo usi. Se non badi a determinate diciture, purtroppo, rischi sorprese inaspettate.
Olio nuovo, attenzione a questa distinzione: è importante conoscerla
Se ti rechi presso il tuo frantoio di fiducia potresti già iniziare a trovare le prime bottiglie dell’annata 2024. Quale miglior occasione per far scorta di olio buono, dato che quest’ultimo esprime al meglio le sue proprietà organolettiche proprio a distanza di poco dalla spremitura?
Attenzione, però, ad acquistare un particolare tipo di olio che va sotto il nome di “novello”. Potresti confonderlo con l’olio nuovo, ma in realtà si tratta di due prodotti distinti. Il novello, infatti, altro non è che il risultato della prima spremitura.
Esso, pertanto, si caratterizza per il sapore deciso e l’aspetto torbido, in quanto si tratta di un prodotto non decantato e né filtrato, a differenza dell’olio che finisce imbottigliato. La dicitura “olio novello” in etichetta, pertanto, è obbligatoria. Per quale ragione? Te lo spieghiamo nel proseguimento dell’articolo.
Olio novello, perché va distinto dall’olio nuovo: rischi brutte sorprese
All’olio novello sono collegati dei rituali tipici della raccolta delle olive. Per citare un esempio, la tradizione che vuole che ci si riunisca nei frantoi per assaggiarlo, magari accompagnandolo con una fetta di pane bruscato.
Ciò nonostante, proprio perché si tratta di un olio non decantato e non filtrato, i rischi a cui ci si espone sono maggiori. Laddove venisse imbottigliato e conservato, questo prodotto derivante dalla prima spremitura va incontro a un deperimento precoce, rispetto a un olio extravergine pensato per essere venduto.
I sedimenti vegetali che contraddistinguono l’olio novello, infatti, rischiano, col tempo, di intaccarne le proprietà organolettiche, nonché di accelerare fenomeni come l’ossidazione e la decomposizione chimica.
Come risolvere, dunque? Acquistando una bottiglia di olio nuovo (non novello). Un olio, cioè, che sia stato franto da neanche un paio di settimane, quando è al massimo del suo potenziale. Preferibilmente, sarebbe auspicabile l’acquisto in frantoio. Una scelta più sicura e controllata, in quanto distante dalla lavorazione industriale.