Lo scrittore Mauro Corona ha sottolineato l’importanza dell’agricoltura montana come elemento di vita e sostentamento per le terre alte, esprimendo il suo pensiero sulla siccità e la necessità di preservare il patrimonio agricolo.
La montagna ha bisogno dei suoi contadini, che con il loro impegno quotidiano permettono la sopravvivenza delle terre alte. Questo il messaggio che Mauro Corona, scrittore e alpinista, ha condiviso durante la sua partecipazione all’evento Agrimont presso Longarone Fiere Dolomiti.
In un incontro che ha toccato temi rilevanti come la siccità e l’agricoltura montana, Corona ha rimarcato l’importanza di chi lavora la terra in montagna, un lavoro che è tanto duro quanto essenziale per la cura e il mantenimento del territorio.
Le parole drammatiche di Mauro Corona
Mauro Corona, da sempre legato alle tradizioni rurali delle Dolomiti, ha partecipato all’ultima giornata della Mostra dell’agricoltura di montagna a Longarone, dove ha ricevuto la tessera d’onore dal presidente di Longarone Fiere Dolomiti e dal sindaco. Con il suo tipico look, bandana in testa, Corona è stato accolto da una folla di visitatori curiosi, con il suo consueto spirito di condivisione. La sua presenza è stata un momento di forte richiamo, tanto che la fiera ha visto un numero record di visitatori in quella giornata.
Nel suo intervento, Corona ha ripercorso il tema centrale della sua riflessione: «Senza contadini la montagna muore». Lo scrittore ha spiegato come l’agricoltura montana rappresenti una vera e propria manutenzione del paesaggio, non solo dal punto di vista produttivo, ma anche in termini di cura del territorio e delle tradizioni. «L’agricoltura è vita, e lo è soprattutto nelle terre alte», ha affermato, sottolineando come, senza il lavoro dei contadini, le montagne rischiano di perdere la loro identità e il loro valore ecologico.
La crisi climatica e il ritorno alla terra
Uno degli aspetti più significativi trattati da Corona è stato il legame tra crisi climatica e agricoltura. Lo scrittore ha fatto riferimento alla siccità che sta colpendo molte regioni montane, mettendo a rischio coltivazioni e risorse idriche. La siccità, infatti, è uno dei temi più urgenti per l’agricoltura montana, che dipende fortemente dalle risorse naturali, soprattutto acqua. In questo contesto, Corona ha esortato alla riscoperta del valore della terra, al ritorno alle radici e al semplice gesto di coltivare l’orto.
In un mondo sempre più tecnologico, la riscoperta della terra è vista come una risposta alla crescente disconnessione dall’ambiente naturale. “A Milano l’hanno capito”, ha dichiarato Corona, riferendosi agli orti verticali che sorgono nei palazzi. In città, spazi anche ridotti vengono utilizzati per coltivare piante e ortaggi, una piccola ma significativa forma di autosufficienza alimentare.
La necessità di un nuovo approccio alla terra
Corona ha concluso il suo intervento con un invito deciso alla riflessione: «Oggi è necessario mettere da parte i prodotti della terra, non i soldi», ha dichiarato, esortando a concentrarsi su ciò che è veramente essenziale per la sopravvivenza del pianeta. L’agricoltura non è solo una questione di economia ma di sostenibilità, di preservazione delle risorse naturali come il grano, i legumi, il formaggio e l’acqua.
Infine, Corona ha ribadito come l’agricoltura, in particolare quella montana, sia la vera chiave per affrontare le sfide del futuro. Durante la sua intervista a Verissimo, programma condotto da Silvia Toffanin, Mauro Corona aveva ribadito che la sua connessione con la montagna e la natura rimane comunque il cuore della sua esistenza. Nonostante le difficoltà personali, Mauro Corona continua a trovare forza nel suo legame profondo con la terra e il bosco, che ispirano le sue opere artistiche e letterarie