Muffa sui muri all’interno dell’abitazione e cappotto termico sono correlati. Quanto c’è di vero in questa affermazione?
Gli italiani continuano ad avere dubbi sulla reale efficacia del cappotto termico perché spesso di leggono testimonianze di persone che si sono ritrovare con la muffa in casa mai avuta prima in seguito all’installazione.
Tra gli interventi suggeriti per aumentare la classe energetica dell’abitazione c’è il cappotto termico. Perché mai dovremmo impegnarci a migliorare l’efficienza energetica? Per ridurre emissioni inquinanti e fare la nostra parte del salvare il pianeta e per evitare che l’abitazione perde valore. La Direttiva Case Green dell’Unione Europea non lascia scampo alle famiglie, questi interventi di riqualificazione dell’immobile vanno eseguiti. Non immediatamente ma nel corso dei prossimi anni, entro il 2030 con riduzione dei consumi del 16% ed entro il 2035 del 20/22%.
Si dovranno sostituire gli infissi, installare pannelli solari, cambiare la caldaia a gas/metano e ridurre drasticamente la dispersione di calore. In che modo ottenere una perfetta coibentazione? Tra le tecniche più efficaci il cappotto termico o isolamento a cappotto. Prevede l’ausilio di pannelli isolanti posti sulla superficie esterna delle pareti perimetrali dell’edificio. Il cappotto funziona come una barriera tra i locali interni e il freddo/calura dell’ambiente esterno. Significa che si avranno benefici sia in inverno che in estate. La riduzione di dispersione del calore comporta una diminuzione dei consumi e un innalzamento della classe energetica dell’immobile.
Qual è la verità sulla correlazione tra cappotto termico e muffa
Il cappotto termico è un alleato o un nemico? Spesso è stato associato a problematiche di muffa in casa con conseguente pericolo per la salute delle persone. Tale diffidenza è inutile perché le funzioni del cappotto termico sono soddisfatte. L’installazione dei pannelli consente di ridurre drasticamente il consumo di energia per la climatizzazione degli edifici, di diminuire le emissioni di CO2 nell’atmosfera, di ridurre il fabbisogno energetico nazionale e la dipendenze dalle importazioni da altre nazioni e la riduzione del fenomeno della povertà energetica.
In ultimo, il cappotto termico migliora il comfort abitativo. Qual è in tutto questo la correlazione con la muffa? Molti pensano che il cappotto non faccia “respirare” i muri e di conseguenza aumenti il rischio di proliferazione delle muffe. Tante affermazione è una diceria senza valore. L’umidità causa la muffa e l’umidità si forma quando c’è una combinazione di bassa temperatura superficiale del muro e alta umidità dell’aria nell’ambiente.
Se la temperatura superficiale interna di un muro si mantiene bassa per diversi giorni allora si può formare la muffa. Bisogna evitare, dunque, che ci siano punti critici freddi che solitamente sono creati da ponti termici in corrispondenza di pilastri e spigoli. La temperatura ideale del muro è sopra i 16,5 gradi. Come mantenerla? Con il cappotto termico che riduce la trasmittanza della parete e fa alzare la temperatura superficiale delle pareti annullando il rischio di insorgenza della muffa. Inoltre il cappotto corregge i ponti termici. Perché, allora, in alcuni casi si è notata l’insorgenza della muffa? L’ipotesi più plausibile è che il lavoro non sia stato effettuato a regola d’arte da persone competenti e che i materiali scelti siano di scarsa qualità.