I lavoratori che rimangono senza occupazione potranno continuare a chiedere la NASPI del 2025. Vediamo a quali condizioni.
Lo Stato non lascia soli i cittadini che perdono il lavoro improvvisamente per motivi indipendenti dalla loro volontà. Eroga la NASPI, un’indennità di disoccupazione che si può percepire al massimo per 24 mesi. Giusto il tempo di trovare una nuova occupazione.
Cambiamo i requisiti di accesso alla NASPI nel 2025. Diventeranno più stringenti e per gli italiani sarà più complicato ricevere l’indennità mensile erogata al massimo per due anni. Le modifiche sono contenute nel pacchetto degli emendamenti alla Manovra che sono stati presentati in Commissione di bilancio alla Camera. Ricordiamo che dopo le festività natalizie la Legge di Bilancio 2024 è arrivata in Senato e ora è pronta alla pubblicazione definitiva prevista per il 28 dicembre.
Tante le misure previste per l’anno nuovo. Novità in tema pensioni, nuove tasse, taglio del cuneo fiscale che diventa strutturale, pacchetti di iniziative per le famiglie ma anche riduzioni negli aiuto come i cambiamenti relativi ai Bonus edili. Pessime notizie anche in merito alla NASPI. Sono previste modifiche che limiteranno la platea dei beneficiari a causa di requisiti più stringenti. L’obiettivo è evitare che i furbetti dell’indennità percepiscano i soldi illegittimamente.
Come funzionerà la NASPI ad anno nuovo
La NASPI viene erogata ai lavoratori che rimangono involontariamente senza occupazione – per esempio per licenziamento o dimissioni per giusta causa – inclusi apprendisti, soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato, personale artistico, dipendenti a tempo determinato delle Pubbliche Amministrazioni. L’indennità spetta a partire dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro presentando domanda entro otto giorni e viene corrisposta mensilmente per un numero di settimane pari alla metà delle settimane lavorate negli ultimi quattro anni per un massimo di 24 mesi.
La novità 2025 che riduce la platea dei beneficiari prevede che chi verrà licenziato da un nuovo lavoro dopo aver dato le dimissioni volontarie da un altro impiego a tempo indeterminato nei dodici mesi precedenti non potrà ottenere la NASPI se non avrà maturato minimo 13 settimane di contributi con la nuova occupazione. In questo modo si cerca di arginare il fenomeno dei furbetti della NASPI che procedevano con un licenziamento veloce per ottenere i soldi e non lavorare.
Tre mesi e una settimana di contributi maturati sono il nuovo limite da considerare per poter chiedere l’indennità dopo le dimissioni volontarie e il licenziamento dal successivo lavoro. Per quanto riguarda l’importo erogato, invece, le condizioni rimarranno le stesse. Spetterà il 75% della retribuzione media mensile imponibile degli ultimi 4 anni con riduzione del 3% a partire dal sesto mese di fruizione. Questo se il reddito percepito è inferiore all’importo di riferimento stabilito dalla Legge. Se dovesse risultare più alto, invece, l’importo della NASPI sarà pari al 75% dell’importo di riferimento più il 25% della differenza tra stipendio medio mensile e il suddetto importo.