Nel 2025 cambiano le regole per gli affitti, si rischiano sanzioni di importo compreso tra 4 mila e 8 mila euro. Vediamo in quali casi.
Non è una novità, l’annuncio dei cambiamenti è stato dato da tempo. Ora tutti i proprietari di immobili si devono adeguare alle nuove direttive per non rischiare di pagare sanzioni fino a 8 mila euro.
Quando si parla di affitti bisogna considerare che ci sono diverse tipologie di contratti di locazione. Quelle più note riguardano gli affitti ad uso abitativo di un immobile. Esistono i contratti con durata e canoni differenti come a canone libero 4+4 (durata minima di 4 anni con rinnovo per altri 4 anni salvo disdetta), a canone concordato 3 anni più 2, ad uso transitorio con durata minima di un mese ad un massimo di 18 mesi non rinnovabile e, infine, c’è la locazione per studenti universitari con durata variabile tra 6 mesi e 3 anni.
Ognuna di queste tipologie di contratto è soggetta a registrazione presso l’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla decorrenza del contratto stesso. Passiamo ad un altro tipo di contratto di locazione di immobile ad uso abitativo, il contratto di affitto breve. In questo caso la durata dovrà essere inferiore a 30 giorni. Può essere stipulato da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa senza obbligo di registrazione dell’atto presso l’AdE ma prevede che si comunichino i dati degli ospiti alle questure.
L’articolo 13-ter del DL 145/2023 ha introdotto l’obbligo ci CIN – Codice Identificativo Nazionale – per le strutture ricettive e gli immobili destinati ad affitti brevi. Nello specifico l’obbligo vige dal 2 gennaio 2025 per i titolari o gestori delle strutture turistiche-ricettive alberghiere ed extra-alberghiere, per i locatori di unità immobiliari ad uso abitativo destinate ai contratti di locazione per finalità turistiche, ai locatori di unità immobiliari ad uso abitativo destinate alle locazioni brevi.
Chi non adempirà agli obblighi sarà sanzionato visto che l’assegnazione del CIN ha come finalità la trasparenza e il contrasto all’evasione fiscale nel settore delle locazioni. Gli interessati avrebbero dovuto richiedere il Codice tramite la piattaforma BDSR entro l’inizio dell’anno nuovo e indicarlo negli annunci pubblicitari della casa o struttura ricettiva nonché all’esterno dello stabile di collocazione dell’appartamento.
Niente più proroghe, dunque, o si rischiano multe da 800 a 8.000 euro per la messa in locazione di un immobile sprovvisto di CIN e da 500 a 5.000 euro per la mancata esposizione del CIN all’esterno della struttura o nell’annuncio pubblicitario (che verrebbe rimosso in caso di inadempienza). Viene punita, quindi, sia la mancata richiesta del Codice che la mancata esposizione facendo attenzione a rispettare eventuali vincoli paesaggistici e urbanistici vigenti. Infine, il CIN si dovrà esporre anche in dichiarazione dei redditi (novità della Legge di Bilancio 2025).
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