Arriva un nuovo reddito di povertà per aiutare determinate categorie di cittadini. Il valore è di 5 mila euro, vediamo come avervi accesso.
Nel 2024 il numero di famiglie in povertà assoluta è salito a 2,2 milioni di famiglie ossia 6,2 milioni di individui (10,3% della popolazione totale). Dati in crescita che evidenziano un quadro pessimo per la nostra nazione.
L’aumento dei costi energetici, dei generi alimentari e in generale del costo della vita ha fatto crescere il numero di famiglie in condizioni di povertà assoluta. Questo incremento è dovuto anche all’inadeguata crescita dei salari durante l’escalation dell’inflazione. Bisogna sottolineare anche le differenze geografiche che sono sempre maggiori. Nel Nord Italia la povertà assoluta riguarda il 7,8% delle famiglie, nel SUD e nelle isole tocca il 13,8% dei nuclei familiari. Continua ad esserci nel 2024 una disparità economica tra Settentrione e Meridione.
Se al Nord una famiglia su quattordici si trova in povertà assoluta, al SUD parliamo di una famiglia su sei. Numeri che devono far riflettere perché sottolineano come tante famiglie devono sopravvivere con un reddito inferiore alla media nazionale (già molto bassa rispetto ad altre Nazioni). Negli ultimi anni c’è stato un leggero aumento degli stipendi ma è stato totalmente schiacciato dall’inflazione e l’Italia continua a rimanere diversi passi indietro rispetto ad altri Paesi europei. Bisogna tener conto, poi, dell’abisso tra le retribuzioni. La stima di 3.741 euro al mese di retribuzione annua lorda media è ben distante dalla realtà di tanti lavoratori.
Serve un reddito di povertà, chi potrà richiederlo e come
Negli anni i Governi hanno cercato di ideare strumenti per contrastare la povertà come il Reddito di Cittadinanza (esperimento fallito) e ora l’Assegno di Inclusione e il Supporto per la Formazione e il Lavoro. Questi sono aiuti che spingono verso un’occupazione oppure che aggiungono un’entrata extra ad un lavoro poco retribuito. Torniamo ad uno dei problemi principali dell’Italia, i salari troppo bassi che non permettono alle famiglie di far fronte a tutte le spese. Bisognerebbe alzare molte retribuzioni base e fissare un reddito minimo ma questo traguardo sembra ben lontano dal poter essere raggiunto.
La giunta della Sicilia, allora, ha pensato di agire in autonomia approvando un nuovo reddito di povertà dedicato a chi ha un ISEE inferiore a 5 mila euro all’anno. Verrà erogato sotto forma di contributo una tantum con valore minimo di 2.500 euro e massimo di 5 mila euro in base al reddito, al numero dei componenti familiari, all’affitto, ai figli minorenni e ad altre condizioni di vulnerabilità sociale. Ente erogatore sarà IRFIS-FinSicilia, società partecipata da Regione Siciliana. I soldi verranno distribuiti dopo aver stilato una graduatoria. Alle famiglie che invieranno domanda di reddito di povertà verrà assegnato un punteggio in base al quale raggiungeranno un determinato posizionamento nella graduatoria.
Le risorse stanziate sono 30 milioni di euro e per capire chi può accedervi e come inoltrare la richiesta bisognerà attendere l’avviso pubblicato dall’Assessorato alla famiglia in seguito all’emanazione del Decreto attuativo. La misura è stata criticata perché troppo simile al Reddito di Cittadinanza (critiche mosse da Fratelli d’Italia) ma anche per l’importo insufficiente ad aiutare realmente le famiglie in condizione di povertà assoluta (critica mossa dai sindacati). 5 mila euro spetteranno a chi supererà 30 punti, 3.500 euro a chi arriverà massimo a 30 punti e 2.500 euro a chi avrà meno di 20 punti. Per ricevere i soldi gli interessati dovranno accettare di svolgere attività socialmente utili.