Ottime notizie per chi ha iniziato a lavorare in un certo anno: la pensione sarà molto più ricca del previsto. Vediamo tutto nei dettagli.
Pensione ricca e anche in anticipo: non per tutti però ma solo per chi ha iniziato a lavorare in un determinato anno. Anche sul fronte delle pensioni, dunque, non tutto è grigio come ci è sembrato negli ultimi mesi e qualche buona notizia ancora fa capolino all’orizzonte.
Certo, ci saremmo tutti aspettati – o, quantomeno, avremmo auspicato – una rivalutazione degli assegni un po’ più generosa per il 2025 mentre, invece, la soglia massima non supererà lo 0,8% e tale percentuale di rivalutazione spetterà solo agli assegni che non superano di 3 volte il trattamento minimo dell’Inps.
Le pensioni più alte verranno rivalutate ancora meno e, quindi, l’incremento sarà giusto di qualche centesimo al mese. Le risorse a disposizione dell’Esecutivo per il 2025, del resto, non permettevano di agire diversamente. Il Governo Meloni ha comunque riconfermato per il prossimo anno tutte le misure di pensione anticipata che già conosciamo.
Non solo: confermata anche un’importante agevolazione che riguarda chi ha iniziato a lavorare prima di aver compiuto 18 anni. Costoro non solo potranno accedere alla pensione in anticipo ma potranno godere anche di una maggiorazione sull’assegno dell’Inps. Nel prossimo paragrafo vediamo tutto nei dettagli per capire come funziona questo beneficio.
Pensione anticipata e molto più ricca: ecco per chi
Ormai è sempre più difficile che una persona possa iniziare a lavorare giovane, subito dopo il diploma: la situazione più frequente è vedere ragazzi e ragazze che a 30 anni ancora saltano da uno stage all’altro. Un tempo, però, non era così: chi è nato negli anni ’60 ha anzi spesso iniziato a lavorare prima ancora di aver raggiunto la maggiore età.
Le persone che hanno iniziato a lavorare prima di aver compiuto 18 anni possono fruire di un doppio vantaggio: andare in pensione prima e ricevere un assegno più alto. La maggiorazione è dovuta al fatto che in Italia, ogni anno lavorato prima di aver compiuto 18 anni, in termini di contributi non vale 1 ma vale 1,5.
Questa maggiorazione non può essere sfruttata per anticipare l’uscita dal lavoro ma può essere sfruttata per aumentare l’importo dell’assegno previdenziale. Questo beneficio, tuttavia, è rivolto solo a chi ha iniziato a lavorare e, quindi, a versare i contributi a partire dal 1996.
Per quanto riguarda l’uscita anticipata dal lavoro se una persona ha iniziato a lavorare prima ancora dei 18 anni può avvalersi di Quota 41 la quale consente di accedere alla pensione a qualunque età purché gli anni di contributi siano almeno 41 e almeno 1 sia stato versato prima di aver compiuto 19 anni.
C’è un piccolo problema però: Quota 41 si rivolge solo ad alcune categorie specifiche. Infatti possono beneficare della pensione anticipata con questa misura solo:
- caregiver;
- disoccupati;
- addetti ai lavori usuranti;
- lavoratori con invalidità pari o superiore al 74%.
Chi non rientra in nessuna di queste categorie ma ha comunque iniziato a lavorare quando era molto giovane può optare per la pensione anticipata ordinaria. Anche in questo caso non vi è alcun limite di età ma i contributi devono essere pari almeno a 42 anni e 10 mesi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi per le donne.