Hai usufruito del Superbonus per ristrutturare casa? In arrivo per te una brutta stangata! Vediamo che cosa dovrai pagare ora.
Brutti tempi per i proprietari degli immobili che hanno beneficiato del Superbonus 110, entrato in vigore durante il secondo Governo di Giuseppe Conte. Tale bonus, nato in origine per aiutare le famiglie meno abbienti ad effettuare lavori di miglioramento dell’efficienza energetica delle abitazioni, in realtà è poi stato utilizzato da tutti, anche da chi aveva redditi molto alti e non aveva alcun tipo di problema economico.
Infatti, per utilizzare il Superbonus 110, non venivano chiesti né Isee né reddito e, dunque, questa agevolazione, alla fine, è stata utilizzata da gran parte delle famiglie che volevano ristrutturare in modo massiccio il proprio immobile magari già con l’intenzione di rivenderlo, poco dopo, ad un prezzo molto più alto.
Per evitare questo “trucchetto” il Governo di Giorgia Meloni ha deciso di tassare la plusvalenza – ovvero il valore aggiuntivo dell’immobile ottenuto dopo i lavori di ristrutturazione – in caso di vendita entro i primi 10 anni dalla fruizione del Superbonus 110. La plusvalenza verrà tassata con l’Irpef ordinaria o con un’imposta sostitutiva del 26%, a scelta del contribuente.
Superbonus: maxi stangata per chi lo ha usato
Sembrava un bonus davvero troppo bello per essere vero: spendo 100 e lo Stato mi ridà 110…possibile? Sì, per qualche tempo è stato possibile finché – per fortuna o purtroppo – il Superbonus 110 è stato cancellato in quanto, in neanche due anni stava provocando emorragie insanabili alle casse pubbliche. Ora chi ne ha usufruito dovrà sborsare un mucchio di soldi se decide di vendere la casa che ha ristrutturato grazie a questo sussidio.
Maxi tassa per chi, dopo aver usufruito del Superbonus 100, vuole vendere la propria casa. La stangata riguarderà non solo di chi ha fruito del bonus sotto forma di cessione del credito o di sconto in fattura ma anche per chi ne ha beneficiato semplicemente sotto forma di detrazione al 110% o al 90% o al 75%.
Grazie al Superbonus, infatti, come spiegato nel paragrafo precedente, molti hanno potuto effettuare lavori importanti di riqualificazione aumentando, dunque, in misura notevole il valore di una casa. Lo Stato, dunque, tasserà questa “plusvalenza” in caso di vendita entro i primi 10 anni dalla fruizione del Superbonus.
Esclusi, tuttavia, da questa “stangata” gli immobili che sono stati ereditati e quelli che sono stati adibiti ad abitazione principale per la maggior parte dei dieci anni antecedenti alla vendita. Ma come verrà determinata la plusvalenza a cui applicare la tassazione? Non è così semplice capire quanto sia aumentato il valore di un immobile ristrutturato fruendo del Superbonus 110. Si è deciso di procedere, quindi, in questo modo:
- se i lavori di ristrutturazione si sono conclusi da massimo 5 anni dalla vendita dell’immobile allora non si tiene conto delle spese relative a tali interventi, qualora si sia fruito del bonus 110 con sconto in fattura e cessione del credito;
- se, invece, i lavori sono stati conclusi in un lasso di tempo superiore a 5 ma inferiore a 10 anni dalla vendita, allora si tiene conto del 50% delle spese superbonus 110 sempre se fruito con sconto o cessione del credito.