Una verità sempre più appurata, noi consumatori poco o nulla sappiamo di cosa mangiamo ogni giorno. Ingeriamo anche ciò che viene estratto dal catrame.
Cerchiamo di leggere le etichette ma quello che c’è scritto è spesso incomprensibile. Termini che solo esperti chimici possono riconoscere come sostanze dannose per la salute. I consumatori si fidano pensando che nessun prodotto dannoso verrebbe venduto ma tale certezza sta svanendo da ormai diverso tempo.
Cosa portiamo sulle nostre tavole? Siamo sempre più consapevoli che tanti prodotti nascondono dei rischi ma cosa si può fare, smettere di mangiare o usare solo ciò che si produce nel proprio orticello? Dovremmo cambiare totalmente il nostro stile di vita e le abitudini ma spesso non si ha voglia di farlo. Richiederebbe uno sforzo enorme soprattutto perché per noi italiani il momento del pasto è una vera goduria. Si amano certi piatti e mai si rinuncerebbe ad essi.
Il fritto fa male, ma come dire no alla cotoletta alla milanese o alle patatine? I prodotti da forno industriali fanno male ma salvano da magre cene. C’è poi tanta confusione intorno al consumo di alcuni alimenti. Quante uova si possono mangiare alla settimana, voi lo avete capito? Davanti a tanto caos molte persone seguono una strada che sembra non sbagliare mai, va bene tutto ma senza esagerare. Fritto sì ma una volta a settimana, lo stesso per i prodotti da forno e così via.
Possiamo fare a meno di questa sostanza estratta dal catrame?
Sapere che mangiamo ciò che è estratto da catrame riuscirà a fermare i nostri peccati di gola? Nel 1870 un chimico lavorando sul catrame per estrarre nuove molecole non ancora conosciute torna a casa, mangia e si accorge che il pane era troppo dolce. Capì che il problema non era il pane ma le sue dita perché non aveva lavato con accortezza le mani. Scoprì che una sostanza estratta dal catrame era 300 volte più dolce dello zucchero. Parliamo della saccarina.
L’industria alimentare ha cominciato ad utilizzare nuove molecole di sintesi per introdurle nella nostra alimentazione non senza rischi. Additivi usati per decenni ad un certo punto vengono vietati perché in seguito a controlli si scopre che non sono sicuri per la salute. Sono riconoscibili sulle etichette perché si tratta di additivi o molecole con nomi piuttosto strani. Si trovano nei cibi ultraprocessati, proprio quelli che più ci aiutano in casa perché riducono il tempo dedicato alla preparazione di pietanze.
Un’altra notizia di come i prodotti che portiamo in tavola nascondono dei pericoli per la salute. Quale sarà stavolta la reazione dei consumatori? Bisognerebbe comprare più prodotti bio e tentare di leggere più attentamente le etichette ma sappiamo che per tante persone non sarà semplice resistere alle tentazioni. Il problema è che oltre che nei cosiddetti cibi spazzatura la saccarica si trova in prodotti apparentemente innocui come le gomme da masticare, i condimenti a base di frutta, le marmellate, i succhi di frutta e uscendo dal settore alimentare anche in quasi tutti i dentifrici di produzione industriale.